
27 Settembre 2008 - Ripalta Cremasca
Non tanto tempo fa, mentre impaginavo lo Schizzaidee, ed ero alla disperata ricercata di clipart da inserire nel giornale, mi è capitata sotto gli occhi l'immagine di una scultura che mi è piaciuta moltissimo...
"Psiche è una bellissima principessa, così bella da causare l'invidia di Venere. La dea invia suo figlio Eros perché la faccia innamorare dell'uomo più brutto e avaro della terra, perché Psiche sia coperta dalla vergogna di questa relazione. Ma il dio, Eros, si innamora della mortale, e con l'aiuto di Zefiro, la trasporta al suo palazzo, dove, imponendo che gli incontri avvengano al buio per non incorrere nelle ire della madre Venere, la fa sua. Ogni notte Eros va alla ricerca di Psiche, ogni notte i due bruciano la loro passione in un amore che mai nessun mortale aveva conosciuto. Psiche è dunque prigioniera nel castello di Eros, legata da una passione che le travolge i sensi. Una notte Psiche, istigata dalle sorelle, decide di vedere il volto del suo amante, pronta a tutto, anche all'uomo più orripilante, pur di conoscerlo. È questa bramosia di conoscenza ad esserle fatale: una goccia cade dalla lampada e ustiona il suo amante; il dio vola via e Venere scaglia la sua punizione. Venere sottopone Psiche a diverse prove. L'ultima e più difficile prova consiste nel discendere negli inferi e chiedere alla dea Proserpina un po' della sua bellezza. Durante il ritorno, mossa dalla curiosità a lei tanto cara, aprirà l'ampolla (data da Venere) contenente il dono di Proserpina, che in realtà contiene il sonno più profondo. Solo alla fine, lacerata nel corpo e nella mente, Psiche riceve l'aiuto di Giove. Mosso da compassione il padre degli dei fa in modo che gli amanti si riuniscano: Psiche diviene una dea e sposa Eros. Il racconto termina con un grande banchetto al quale partecipano tutti gli dei, alcuni anche in funzioni inusuali: per esempio, Bacco fa da coppiere, le tre Grazie suonano e il dio Vulcano si occupa di cucinare il ricco pranzo.
"Il giorno in più" di Fabio Volo è uno dei libri che ho letto recentemente e mi è piaciuto molto perchè mi piacciono le persone che vanno al di là della realtà e riescono a scorgere "quel qualcosa in più" nelle cose che li circondano...La copertina ad esempio mostra la foto della vetrina del bar dove il protagonista era solito andare, il DOMA Cafè&Gallery di New York. Non è una foto qualsiasi...Dal tavolino a cui era seduto guardando fuori ha notato che da quell'angolatura la D di AMOD (scritta DOMAvista dall'interno) veniva coperta e si leggeva AMO..."sarà un segno?" si è chiesto.